domenica 28 giugno 2009

certezze

passava di lì, conciato male
mi chiese due lire per campare
gli dissi amico vado a lavorare
gli dissi amico vai a lavoare

stava giù in centro con il suo cane
ad intenerire chi era sereno
gli dissi non sono sereno
gli dissi i cani sono animali come noi


un giorno ti giri e guardi indietro
quel giorno non voglio avere rimpianti

quelli che sanno dove vanno
a quarant'anni sono detriti
ti dicono devi essere questo
a tutto diventa funzionale

amo la gente incerta
sono i migliori
non hanno obbiettivi
e vanno avanti

un giorno ti giri e guardi indietro
quel giorno non voglio avere rimpianti

e penso a mia madre 40 anni a cucire
900 euro li vedo in un mese
e peso ai miei nonni morti partigiani
i miei yogurt in frigo son merito loro

e penso e penso e penso
e la spazzatura riempie continenti
e penso e penso e penso
e la merda puzza ma non la sento

un giorno ti giri e guardi indietro
quel giorno non voglio avere rimpianti

giovedì 18 giugno 2009

leo, l'hacker

erano le cinque di mattina
quando chiamai gli sbirri
per la prima volta,
non ne ricordo altre.
gli dissi "il tipo sta male,
dorme in mezzo alla strada e non ne vuol sapere!"
rimasi lì, un dieci minuti,
incerto sul da farsi.
i cazzo di sbirri non arrivavano,
passano giovani ignoranti
incuranti.
trascorrono minuti, il tipo si sveglia
"dove abiti?", gli dico "ti accompagno"
il tipo mi sussurra:
"sei il mio angelo custode"
guido mezzo storto nelle curve del primo mattino,
guido incurante di tutto, con il tipo che mi parla di banche,
sbirri, amori valenciani e amori indigeni,
di madri e tossici, di tastiere e finanza.
arrivo a casa stremato, confuso
e felice.

mercoledì 17 giugno 2009

si, oramai farei fatica a salutarti, le abitudini, dure da uccidere.
c'è anche questa gestione degli spazi, per cui stiamo a venti metri di distanza l'uno dall'altro onde evitare ogni tipo di interazione.
interessante forma di rapporto tra umani, creativa.
i chiodi a tre punte sono illegali, come l'eroina, più difficili da trovare.
il marito della tipa del cane wind mi sta sulle palle, senza motivo, così.
forse è la sintassi.
ho aperto un blog, ora. senza una ragione precisa.
quante cose facciamo senza una ragione precisa?
troppe, te lo dico io.
cattabriga non mi risponde alle mail da due settimane, sono preoccupato.
un p.s. si può anche pensare all'inizio, un minimo di visione d'insieme, sapere dove si andrà a parare, capisci? è importante.
e se me le leggessero e cestinassero? c'è da aspettarsi di tutto, essere pronti a tutto.
mi piace che ci ignoriamo, non si rischia liti, brutture, antipatie.
per me sei un simpatico codice binario.
quel luogo mi riporta all'infanzia, chissà poi perché..
è nell'infanzia che si determina irrimediabilmente la tua personalità futura, fottuto fin da subito.
certi discorsi si potrebbero evitare, chiacchiero sempre troppo, o troppo poco.
certe persone andrebbero evitate, altre approfondite.
tirannide, non c'è altro modo, non ne vedo.
le sere stanche che non tornavi
erano anni che ti cercavo,
su passaporti che non vedevo
su strada bianche che non solcavo.
le sere atomiche di vite scorse
i cavalcavia scorrono lenti
i sassi non vanno più di moda.
e i germogli di nuove vite
che non sono mai sbocciati
sui tuoi capelli come serpi
sui tuoi seni ancora freschi
sulle ali delle rivolta solo pensata.

e mi venivano alle orecchie suoni stanchi
e mi venivano alle orecchie suoni stanchi.

ed erano anni che ti cercavo nei discount,
ed erano anni che dimagrivo nell'attesa.

quando arrivasti non ero pronto né concentrato
quando arrivasti i fiori vollero morire.

e tu avevi i capelli lunghi e ancora sani
e tu avevi i capelli lunghi vene dure.

poi un giorno dissi "ora si cresce è il momento"
e allora andai dritto come mai
alle verità che erano nascoste
dietro fabbriche ed officine
dietro madri stanche dei loro ruoli.


ed erano anni che ti cercavo nei discount,
ed erano anni che dimagrivo nell'attesa.

quando arrivasti non ero pronto né concentrato
quando arrivasti i fiori vollero morire.

e tu avevi i capelli lunghi e ancora sani
e tu avevi i capelli lunghi vene dure.